Storia d’un raccoglitore di Erbe Officinali, n.1
Ci si alza presto al mattino, a volte ancora prima del canto del gallo.
Serve, serve perché le essenze sono ancora ben racchiuse nelle loro casette, nelle strutture delle piante che con il sole del mattino, iniziano a sprigionarsi nell’aria e allora ognuna è a sé. Ognuna ha il suo tempo Balsamico, e lui lo sa perché le conosce. Ne è lo sposo.
Si chiama Carlo lo sposo e lei, la sua sposa, è la Natura e come tante spose è lei che gli ha insegnato molto, tutto quello che conta aggiungerei io. Il rispetto.
Oggi è l’ora dell’Iperico, l’erba di san Giovanni. Sapete perché si chiama cosi? Hipericum Perforatum? La parola greca ha la radice del verbo “upereiko” che significa spezzare, lacerare con probabile riferimento alle foglie che, in controluce, sono costellate di ghiandole trasparenti simili a perforazioni. Probabilmente che anche il botanico Linneo si riferì a questo carattere quando chiamò la specie perforatum.
Proprio da questa osservazione derivò l’utilizzo medicamentoso e l’origine del nome popolare.
Durante le Crociate, i Cavalieri di S. Giovanni di Gerusalemme curavano le ferite dei combattenti con questa pianta. Si basavano, per questo, sulla “dottrina dei segni”, secondo la quale le infermità di ogni parte del corpo potevano essere curate con una pianta che di quella parte ne riproponesse per somiglianza la forma. Proprio le “perforazioni” che furono osservate in controluce vennero paragonate alle ferite.
Questo è molto interessante ma torniamo allo Sposo: dalle prime luci del mattino raccoglie l’iperico, non lo fa solo per passione, è il suo lavoro, ed è la sua Sposa a dargli da vivere. Consegnerà da lì a poche ore tutti i sacchi di iperico raccolto perché possa essere trasformato in un meraviglio Oleolito di Iperico.
La Cento Fiori, ditta che io adoro perché ha tutte le qualità che deve avere un’azienda che lavora con la natura, trasformerà questa macchia gialla di iperico in una macchia rossa di oleolito.
Allora possiamo usarlo per tutte le ferite e tutte le parti infiammate, anche per le “benedette” scottature del sole!
A presto con una nuova puntata di raccolta!
silvia
Davvero interessante…la creatività nel titolo e nel modo di raccontare la storia del prodotto attirano molto l’ attenzione